Da aprile a maggio 2005, la città di Schio festeggerà il centenario del primo volo di un dirigibile italiano con una rievocazione storica in grande stile. Era il 1905 quando il primo dirigibile italiano fece il suo volo inaugurale nel cielo di Schio in provincia di Vicenza: quest'anno, a un secolo esatto di distanza, la città laniera festeggia uno dei capitoli più affascinanti della storia del volo con una nutrita serie di eventi e manifestazioni. Da aprile a giugno le strade della città si animeranno per rendere omaggio al "Dirigibile Italia", costruito nel 1904 grazie all'intraprendenza e alla tenacia del suo ideatore, il conte Almerico Da Schio: un vero scienziato a tutto tondo, che reperì le 150 mila lire necessarie alla realizzazione dell'aeronave costituendo un'apposita società e ottenendo che l'involucro del dirigibile fosse costruito dalla Brigata Specialisti del Genio. Fino a quel momento, infatti, tutti i dirigibili sperimentati avevano volato in un'atmosfera calma o con il favore del vento: nessuno era riuscito a descrivere una curva chiusa e tornare al punto di partenza. Intorno al 1888-89, il Conte Da Schio si propose di studiare a fondo il problema del volo, cominciando ad esaminare i tentativi compiuti fino ad allora con il dirigibile più leggero, azionato da un congegno propulsivo. Il 17 giugno 1905 l'aeronave fece il suo primo volo: "Il dirigibile usciva dalla rimessa, con il tricolore a poppavia; nella navicella prendevano posto il Conte da Schio, il tenente Ettore Cianetti, inviato da Roma dal Comando della Brigata Specialisti, e il meccanico Bottazzi. Fatta filare la fune d'ancoraggio e lasciata cadere dalla navicella un po' di zavorra, l'aeronave s'innalzava pian piano fino a 200 metri; intanto Bottazzi aveva avviato il motore e ingranato l'elica. Finalmente il dirigibile avanzava nell'aria e per circa un'ora compiva attorno all'aeroscalo e in direzione di Schio larghe ma sicure evoluzioni. Anche la manovra di discesa e di atterraggio riusciva in modo impeccabile. Entusiasta e commosso, il conte Almerico da Schio scendeva al suolo calorosamente festeggiato dalla piccola folla presente". La "prima" nave aerea italiana aveva volato: si chiamava "Italia". Il "Dirigibile Italia" compì altri voli il 21, 23, 25 e 27 giugno. Tuttavia, mentre il Regno d'Italia, grazie ai voli del dirigibile del Conte, entrava a far parte della nazioni più progredite del settore, il governo e lo stesso Ministero della Guerra non fecero alcun passo concreto per appoggiare il progetto. Solo la regina Margherita, che aveva già sovvenzionato il lavoro del Conte, continuò a dare il suo appoggio con entusiasmo. Complessivamente il "Dirigibile Italia" effettuò sei voli completi; in altri tre fu costretto al rientro in hangar trainato da alcuni cavalli. Alla fine ci si dovette arrendere all'evidenza che il motore era ancora scarsamente affidabile. Ben cosciente che questa carenza di potenza limitava le possibilità operative del dirigibile, Almerico da Schio trascorse molto del suo tempo nella vana ricerca di un nuovo motore, sia in Italia che all'estero. Dopo numerosi tentativi, il Conte si ritirò nella sua ricchissima biblioteca. Morì nella sua dimora di Vicenza, detta Ca' d'Oro, nel novembre del 1930.
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